Le basi per la salute cardiovascolare futura si gettano presto, già intorno ai 30/35 anni, tanto più se aumentano i fattori di rischio.

Non ci si ammala di diabete di tipo 2 da un giorno all’altro, senza preavviso, ci si arriva con una lunga marcia che inizia senza accorgersi, di prediabete. Almeno 4 milioni di persone in Italia sono in prediabete, secondo alcuni studi il problema riguarda un adulto su tre.

La prediabete è una condizione in cui i livelli di zucchero nel sangue sono poco più alti del normale, ma non abbastanza alti da essere classificati come diabete di tipo 2. È un segnale di avvertimento che indica un aumentato rischio di sviluppare il diabete, malattie cardiache, neoplasie e ictus.

Bisogna inserire, in quest’analisi, il concetto di INSULINO-RESISTENZA,associata ad iperinsulinemia, e si parla della ridotta capacità dell’ormone Insulina, di regolare la glicemia sanguinea.

Si stima che questa condizione sia diffusa in tutto il mondo con una prevalenza che può arrivare fino al 51% della popolazione generale, per cui diventa imperioso identificare, anticipare e mitigare le potenziali complicanze della IR non gestita.

Diagnosi

Si basa su semplici esami del sangue che identificano un alterato metabolismo degli zuccheri, e la comparsa della famosa condizione di Insulino-resistenza. Glicemia a digiuno: tra 100 e 125 mg/dL indica prediabete.

Emoglobina glicata (HbA1c): tra 5,7% e 6,4% è indicativa di prediabete.

Curva da carico di glucosio: valori tra 140 e 199 mg/dL dopo 2 ore indicano prediabete.

A questi può aggiungersi il valore dei trigliceridi

  • Cause e Fattori di Rischio
  • Resistenza all’insulina: le cellule del corpo non rispondono correttamente all’insulina.
  • Dieta poco equilibrata: eccesso di zuccheri e carboidrati raffinati.
  • Sedentarietà e stile di vita: la mancanza di attività fisica influisce sulla sensibilità all’insulina.
  • Sovrappeso e obesità: soprattutto l’accumulo di grasso addominale (valori del giro vita superiori ai normali, HDL colesterolo basso, trigliceridi alti.
  • Familiarità: se ci sono parenti con diabete, il rischio aumenta, anche pazienti ipertesi, o con patologia cardiovascolari.
  • Età e fattori ormonali: maggiore incidenza dopo i 45 anni e nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).

Sintomi

La prediabete è spesso asintomatica, ma alcuni segnali possono includere:

  • Stanchezza frequente
  • Aumento della sete
  • Necessità di urinare più spesso
  • Difficoltà nella guarigione delle ferite
  • Macchie scure sulla pelle (acanthosis nigricans)
  • Alterazioni del ciclo ormonale, difficoltà a perdere peso, diabete gestazionale.

Cosa Fare per Prevenire il Diabete

La prediabete fa male quasi quanto il diabete di tipo 2, di cui è l’anticamera e accelera la comparsa, accorciando l’aspettativa di vita di ben 14 anni secondo indagini pubblicate su “THE LANCET”.

Quindi, il primo passo è riconoscere precocemente le anomalie della glicemia e intervenire per modificarle può prevenire le complicazioni a lungo termine del diabete.

  • Alimentazione equilibrata: ridurre zuccheri e carboidrati raffinati, aumentare fibre, proteine magre e grassi sani.
  • Utile aggiunta di integrazione mirata
  • Attività fisica regolare: almeno 150 minuti a settimana di esercizio aerobico.
  • Perdita di peso: anche solo il 5-10% del peso corporeo può ridurre il rischio di diabete.
  • Controllo medico regolare: monitorare la glicemia per valutare i progressi

Consulta il nutrizionista per avviare uno stile di vita virtuoso e scongiurare i danni di una condizione di dismetabolismo.

Dott.ssa Maria Laura Pastorino

  • Biologo Nutrizionista
  • Fitness coach
  • Medicina sistemica – PNEI

Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.

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