La ricerca ha evidenziato un legame sempre più stretto tra la nostra salute intestinale e la salute del cervello. Nel caso dell’Alzheimer, si è scoperto che uno squilibrio dei batteri intestinali (disbiosi) può innescare un’infiammazione nel cervello, peggiorando i sintomi della malattia.
Questo avviene perché le sostanze tossiche prodotte dai batteri “cattivi” riescono a raggiungere il cervello, danneggiando le cellule nervose.
Perché è importante? Comprendere il ruolo dell’intestino nella malattia di Alzheimer apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie più efficaci.
Agendo sul microbiota intestinale, si potrebbe rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
L’intestino e il cervello sono strettamente connessi e un intestino sano può contribuire a proteggere il cervello.
La ricerca futura si concentrerà sullo sviluppo di interventi terapeutici basati sulla modulazione del microbiota intestinale per combattere l’Alzheimer.

Facciamo un’altra analisi sull’Alzheimer

La presente revisione esplora l’interconnessione tra senescenza cellulare e disbiosi intestinale nel processo di invecchiamento e il loro impatto combinato sulle malattie muscoloscheletriche associate all’età, in particolare l’Alzheimer.

  • Senescenza cellulare: è la cessazione irreversibile della divisione cellulare in risposta a stress, associata a cambiamenti morfologici e funzionali e alla secrezione di fattori pro-infiammatori (SASP).
  • Disbiosi intestinale: Alterazioni nella composizione e diversità del microbioma intestinale, associate all’invecchiamento e all’infiammazione sistemica che ha un fortissimo impatto sulle malattie muscoloscheletriche e neurodegenerative.
  • Infiammazione cronica: Sia la senescenza che la disbiosi contribuiscono a un ambiente infiammatorio sistemico che promuove lo sviluppo e la progressione di malattie come osteoporosi, sarcopenia e osteoartrite.
  • Microambiente tissutale: Le cellule senescenti e i metaboliti prodotti dal microbioma alterato influenzano il microambiente tissutale, alterando le funzioni cellulari e promuovendo la degenerazione tissutale in molti casi irreversibile data la mancante azione preventiva.

Quali sono le potenziali strategie terapeutiche?

La Senoterapia: Sviluppo di farmaci in grado di eliminare selettivamente le cellule senescenti.
Terapie probiotiche: Modulazione del microbioma intestinale attraverso l’introduzione di batteri benefici.
Interventi combinati: Approcci terapeutici che mirano sia alla senescenza che alla disbiosi per ottenere effetti sinergici
Conclusioni
La comprensione dell’interazione tra senescenza cellulare e disbiosi intestinale apre nuove prospettive per lo sviluppo di terapie innovative per le malattie legate all’età. Interventi mirati a modulare questi processi potrebbero contribuire a migliorare la salute e la qualità della vita della popolazione anziana, ed è fondamentale fare prevenzione!

Dott.ssa Maria Laura Pastorino

  • Biologo Nutrizionista
  • Fitness coach
  • Medicina sistemica – PNEI

Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.

CHIAMAMI