Come imparare a gestire i desideri impulsivi di cibo?

Prima di tutto vi spiego che esistono tre versioni di te, tre versioni di ognuno di noi.

Tre versioni che rappresentano i tre cervelli che abbiamo racchiusi nella nostra scatola cranica:

  • un cervello è quello rettile, quello più antico
  • il secondo cervello è quello emotivo
  • il terzo cervello è quello razionale

Rappresentano in sostanza le tappe della nostra evoluzione.

Il cervello rettile basilare, rudimentale, responsabile di tutti i meccanismi di sopravvivenza regola la temperatura corporea, il battito cardiaco, i meccanismi di base di funzionalità dell’intestino, i meccanismi riproduttivi e la ricerca di cibo.

Il cervello emotivo, che condividiamo con i mammiferi, che è il ponte tra due realtà, a seconda delle interpretazioni che diamo della situazione possiamo arricchirle di un connotato positivo o negativo, angosciante o rilassante, amorevole o invece legato per esempio al combattimento, alla fuga, e al pericolo.

Infine, il cervello razionale che è, ovviamente, la parte che caratterizza in modo particolare la nostra specie. La corteccia cerebrale così sviluppata ha dato vita a una parte razionale molto forte.

Ci sono però delle distinzioni operative tra queste tre parti che sono molto importanti e te ne voglio citare in particolare una: la velocità di azione.

Qualora la velocità diventi un termine di confronto tra le tre aree, puoi star sicuro che a vincere sarà il cervello rettile. Il cervello rettile ha una rapidità enorme, è quello che gestisce tutte le componenti da cui dipende la nostra sopravvivenza.

La parte emotiva ha una velocità media intermedia, mentre la parte razionale è sicuramente più lenta, richiede più tempo per intervenire.

La parte razionale è la parte che logicamente ci dice quello che è giusto fare, è la parte che è arricchita da tutta la nostra cultura, dalle conoscenze ed è la parte anche, parlando dell’alimentazione, che in grado di dire “No guarda quella roba lì non la devi mangiare perché ti fa male o ti fa ingrassare”, mentre la parte del cervello rettile è quella che ti dice “Prendi quello che c’è, devi sopravvivere. Quindi se c’è quella roba lì, mangia quella roba lì”.

La parte emotiva è quella che regola soprattutto le conseguenze e le memorie: “quell’alimento lì magari so che mi fa male ma mi è piaciuto tanto, rappresenta le coccole, rappresenta l’amore, allora faccio fatica a rinunciare”.

Beh, una chiave veramente fondamentale per gestire questi processi è rallentarli, perché se riesci a rallentarli hai una chance in più che la consapevolezza emerga e prenda il controllo della situazione. Consapevolezza che è permessa appunto dalla parte razionale del nostro cervello.

Allora, una delle strategie è quella di trovare dei meccanismi che rallentano il flusso di pensieri, di azioni in modo tale da far emergere la consapevolezza.

Cosa fare? Come reagire?

1) Creati degli ostacoli

Creati degli ostacoli fittizi che tengano una certa distanza tra te e l’elemento che può farti perdere il controllo.

2) Creati un “mantra protettivo”

Una frase rafforzante e abituati a ripeterla ogni volta che introduci cibo in qualsiasi condizione questo accada, sia che tu stia introducendo il cibo giusto in maniera razionale, sia che tu stia andando verso una pulsione che sai che devi trattenere. Un mantra potrebbe essere “mangio solo ciò che mi fa bene” o “mangio solo ciò che mi serve per nutrirmi”. Se ti abituerai a ripetere questa cosa e a farla diventare veramente un’abitudine, qualcosa che viene in automatico ogni volta che c’è l’occasione di prendere del cibo, ti accorgerai che ad un certo punto diventerà un meccanismo protettivo. Un altro meccanismo utile a far emergere la consapevolezza, a farti ricordare quali sono i tuoi obiettivi e a farti restare su quelli lì.

3) Stessa cosa per l’altro consiglio : la respirazione.

I respiri programmati rallentano l’azione, ti frenano, ma soprattutto attivano il sistema nervoso parasimpatico, che è quel ramo del sistema nervoso autonomo che permette in queste circostanze di riguadagnare un pochino il terreno perso e tra l’altro di sentire più efficacemente lo stimolo della sazietà, quindi portarti a mangiare un pochino meno.

4) Un altro punto molto importante è: evita a tutti i costi il multitasking

Il multitasking è un problema per tante ragioni, fondamentalmente fare 5-6 cose assieme ti porta solo a farle tutte male, anche se le fai in parallelo, ma soprattutto il multitasking, proprio per la sua natura, favorisce meccanismi automatici negativi di cui nemmeno ti accorgi. Quindi per esempio mangiare mentre stai guidando, mangiare mentre stai lavorando al computer, mangiare davanti alla televisione è sbagliato e ti porta più facilmente a eccedere.

Piccolo consiglio utile: evita di mangiare dalle confezioni perché questo ti fa perdere la misura di quanto stai mangiando…

Dott.ssa Maria Laura Pastorino

  • Biologo Nutrizionista
  • Fitness coach
  • Medicina sistemica – PNEI

Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.

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