Una parte della mia professione di biologa, che mi appassiona profondamente, la svolgo nel laboratorio di anatomia patologica, nell’analisi della citologia vaginale, con la lettura al microscopio dei vetrini del famoso Pap-Test. In questo articolo ho deciso di spiegare l’importanza di fare Pap Test.
Per chi non lo conosce il Pap test (test di Papanicolaou, dal cognome del medico, un medico greco, che lo ha inventato) è un esame che si effettua durante la visita ginecologica; l’operatore preleva una piccola quantità di secrezioni dal collo dell’utero tramite un piccolo spazzolino e poi le dispone su un vetrino, fissandole con uno spray o in un apposito contenitore. Su questo campione, e nello specifico sulle cellule esfoliate dal tessuto di rivestimento della cervice nella parte che sporge nel canale vaginale, si farà l’esame citologico in laboratorio, esaminandolo con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame microscopico.
Il Pap Test NON è un esame diagnostico, bensì di screening; come tale, serve a individuare precocemente le donne a rischio di sviluppare un cancro al collo uterino. Saranno poi i successivi approfondimenti a stabilire se tale rischio risulta o meno fondato.
Uno di questi approfondimenti è il test per il Papilloma virus (HPV-DNA test) test molecolare di ricerca di Papilloma virus.
Il papilloma virus umano (HPV, dall’inglese Human papilloma virus) è un agente virale a DNA caratterizzato da un’ampia variabilità genetica.
Se ne conoscono oltre 130 sierotipi in grado d’infettare l’uomo. Di questi, circa 40 tipi, però, si possono associare a patologie del tratto ano-genitale (femminile e maschile) e oro-faringeo, sia benigne che maligne. I cosiddetti “papilloma virus a basso rischio” (detti anche “a basso potenziale oncogeno”) provocano lesioni della pelle e delle mucose, come le verruche ano-genitali, i condilomi o i papillomi. Altri ceppi – come HPV 16 e il 18- hanno, invece, un alto potenziale oncogeno.
La presenza di questi ceppi a maggior rischio oncogeno e la persistenza dell’infezione da papilloma virus umano nel tempo sono i due fattori che possono determinare lo sviluppo di lesioni squamose intraepiteliali della cervice uterina (SIL) e nel tempo, la loro ulteriore progressione a carcinoma cervicale.
Molto interessanti sono i risultati di studi recenti che hanno dimostrato come la predominanza del Lactobacillus crispatus a livello vaginale possa fare la differenza, permettendo l’instaurarsi di un microbiota vaginale sano, in grado di favorire la negativizzazione dell’HPV e la normalizzazione della citologia cervicale.
Uno studio recentissimo evidenzia che l’efficacia antiproliferativa sulle cellule precancerose del L. crispatus si deve ad un meccanismo multiplo che include l’aumento dell’apoptosi, la modulazione delle citochine Th1/Th2 e l’inibizione dell’espressione delle proteine coinvolte nella fisiopatologia.
Il microbiota vaginale è in intimo rapporto con il microbioma intestinale, questo è un aspetto da tenere sempre presente, esiste un sistema interconnesso di regolazione.
E’ bene comunque ricordare che la maggior parte delle infezioni da papilloma virus regredisce spontaneamente senza causare alcun danno.
Ricordo che questi due esami di screening, si effettuano anche in donne sane senza alcun segno di possibile malattia. Lo scopo è individuare precocemente tumori della cervice uterina o specifiche alterazioni, sempre a livello delle cellule del collo dell’utero, che, col passare del tempo, potrebbero diventare tali. Prima dello sviluppo dell’HPV-DNA test, per questi screening veniva impiegato il solo Pap Test, eseguito ogni 3 anni, il cui utilizzo nelle donne dopo l’inizio dell’attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età ha contribuito significativamente a ridurre la mortalità per tumore della cervice uterina. La prevenzione si attua inoltre grazie a: stile di vita sano ed attivo (fumo, alcol, additivi chimici e sedentarietà vanno evitati il più possibile), adeguata igiene intima, pratica di rapporti sessuali non a rischio.
Inoltre, dall’esame citologico è anche possibile raccogliere tutta una serie di dati sull’equilibrio endocrino della donna, in quanto i diversi ormoni sessuali influenzano la maturazione delle cellule che compongono i diversi strati dell’endometrio.
Il Pap Test può anche evidenziare la presenza di eventuali infezioni batteriche, virali o micotiche, come la candida.
Invito tutte le donne ad effettuare questo test così importante!
Dott.ssa Maria Laura Pastorino
- Biologo Nutrizionista
- Fitness coach
- Medicina sistemica- PNEI
Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.