Ancora SARS-CoV 2?!
Ci troviamo di nuovo in una situazione di difficoltà!
Anche se questa volta dovrebbe essere molto diversa, perché? … Perché conosciamo lo scenario!
Questa primavera scorsa ci aveva trovato davanti ad una novità, non preparati e in tanti momenti senza avere le risposte a tante domande, ma ora quest’autunno la scena non dovrebbe essere uguale. Chi non lo aspettava è stato molto disattento ai segnali e non ha “programmato” le sue azioni.
Ogni fallimento è il risultato di una strategia sbagliata o di un gesto mancante, se oggi ci troviamo davanti ad un fallimento certo, non dobbiamo abbassare la guardia e piangere ma identificare quale sia stato il gesto mancante o la strategia sbagliata e correggere al più presto!
Poco fa leggevo sulla storia di Viktor Frankl, neuropsichiatra che venne rinchiuso ad Auschwitz dal 1942 al 1945, un vero esempio di RESILIENZA, questa capacità di reagire alle tragedie e alle difficoltà.
Fu determinante per lui aver avuto un senso di scopo e bisogno di significato per andare avanti, anche quando lo sconforto era immenso e rischiava di lasciarsi perdere. Secondo Frankl soddisfare questi bisogni permette superare le condizioni più avverse “se il perché è importante, il come non è un limite”
Nulla c’entra con essere positivi, ottimisti o semplicemente pensare “ce la faremmo” e sedersi ad aspettare. La resilienza ci aiuta a vedere la realtà per quello che è, ma, contemporaneamente adattarsi, accettare e gestire, affrontare, e valutare più strategie per ri-alzarsi, per ri-prendere in mano la situazione in corso. La resilienza ha a che fare con una risposta responsabile cioè essere abili nel dare risposta ad un problema.
Invece, se siamo stati svelti e abbiamo trasformato un colpo duro in una nuova esperienza, ora possiamo tirar fuori le nostre migliori strategie e navigare abbastanza sicuri.
Un problema grande richiede una grande soluzione, qualunque sia l’area coinvolta.
Da nutrizionista, e fitness coach, seguirò come ho sempre fatto, i miei pazienti di persona anche se qualcuno a distanza, con tutte le precauzioni che saranno richieste e necessarie, ma sono più convinta di prima della necessità di non abbandonare uno stile di vita che sostenga la nostra salute nei suoi quattro fondamenti, alimentazione, integrazione, attività fisica e recupero delle nostre risorse.
Non dobbiamo avere paura, non aggiungiamo stress e pensieri non costruttivi a questa situazione ma ancora una volta o per la prima volta, proviamo di capovolgere le nostre risposte in modo tale di farle diventare costruttive. Passare da distress a eustress. Da reattivi a proattivi. Cambiare da realtà di CRISI a possibilità di crescita.
E qui aggancio un mio pensiero scritto a maggio ma ancora valido!
A molti di noi questa quarantena a causa del SARS-CoV 2 ha permesso condividere tanto tempo e chiacchierate in famiglia, per fortuna sono una di queste persone!
Una sera parlando con mio figlio si ragionava sul fatto che questo virus (che ormai condivide le nostre giornate con noi, anche nel solo pensiero che ci sia) ci ha tolto apparentemente la possibilità di PROGRAMMARE…
Ed ecco che si perde un bisogno profondo dell’essere umano, la necessità di programmare!
Sappiamo benissimo che alla base di una buona strategia per raggiungere i nostri obiettivi c’è la giusta organizzazione cioè un piano d’azione, con obiettivi a lungo termine e obiettivi di percorso.
Se parliamo di lavoro, allenamenti, viaggi, dieta o in qualsiasi ambito della nostra vita, una delle prime azioni che facciamo è organizzare il nostro percorso, stabilire un piano con diversi step o fasi da raggiungere in modo graduale e sostenibile programmate nel tempo ai fini di arrivare alla conclusione.
Ora, ho detto all’inizio che il SARS-CoV 2, chiamiamolo per nome, ha “apparentemente” tolto la possibilità di programmare giacché non sappiamo come andranno le cose, come sarà la modalità di ripresa, quando potremmo togliere mascherine per esempio, ed è qui che dobbiamo capovolgere il modo di pensare.
Se non posso fare un programma, allora devo farne due!
Ad ogni pianificazione di qualsiasi attività o lavoro, dobbiamo sempre introdurre un “PIANO B “, nel caso le cose non fossero come si pensava, sarebbe auspicabile pensare ad una strada alternativa al nostro percorso iniziale in modo da non trovarci in difficoltà nell’imprevisto, questo ci permetterebbe abbassare lo stress che si crea nella situazione di fallimento. Sempre tenendo conto di elaborare un piano che sia in linea con le nostre risorse, per non creare una situazione di carica ulteriore!
Abituiamoci ad avere sempre un piano alternativo, aiuta nel momento del bisogno e ci mantiene il cervello attivo!! È una strategia antistress e antiaging!
Dott.ssa Maria Laura Pastorino
- Biologo Nutrizionista
- Fitness coach
- Medicina sistemica- PNEI
Sono biologa nutrizionista specializzata nella Medicina Sistemica, nella Neuroendocrinoimmunologia, nel rapporto tra lo stress il sistema di reazione e tutti i cambiamenti nella composizione corporea che questo comporta.